EXPO, nutrizione e mente: piacere del cibo o abbuffate compensatorie?
L’Expo 2015 sta volgendo al termine. Negli ultimi mesi è stato l’indiscusso protagonista della scena italiana con i suoi maestosi padiglioni e con il suo slogan eloquente: Nutrire il pianeta. Energia per la vita.
L’alimentazione, la nutrizione, riguardano ovviamente tutti noi, tutto il pianeta “uomo”. C’è un aspetto, però, nella nostra alimentazione che più di ogni altro ci accomuna e che ci rende unici rispetto alle altre specie animali. Sapete qual è? La mente.
Le nostre facoltà mentali ci consentono di rapportarci al cibo non solo in relazione al bisogno fisiologico dell’alimentazione. Se ci pensate, nei paesi economicamente sviluppati, la maggior parte dei pasti non viene consumato in relazione al bisogno di alimentarsi. Il desiderio di provare piacere con qualcosa di gustoso, la necessità di socializzare attraverso momenti conviviali, la spinta creativa che ci porta a sperimentarci in cucina alla ricerca di nuovi sapori, sono tutti aspetti che fanno parte di noi, del nostro essere mentali, e che ci portano a relazionarci al cibo trascendendo la mera componete del bisogno. E fin qui tutto scorre nel senso del piacere e del benessere. Sfortunatamente, però, il piacere non è l’unico attore che si affaccia sulla scena dell’alimentazione umana. Il cibo è spesso utilizzato come mezzo di contrasto di emozioni sgradevoli. Il senso di solitudine, gli stati d’ansia, la tristezza e molte altre sfumature emotive vengono spesso gestite attraverso uno scorretto rapporto con il cibo. L’espressione “fame nervosa” è divenuta oggi alquanto famigliare. Ecco che il cibo, elevato dalle facoltà mentali a portatore di piacere diviene, a causa delle stesse, strumento per contrastare il dispiacere. La gioia della tavola lascia spazio alle abbuffate compensatorie, che si rivelano dannose per il corpo, ma anche per la mente, poiché ci restituiscono un senso d’insoddisfazione generale sul nostro modo di essere. Ma come possiamo gestire questo impulso, che spesso avvertiamo come automatico e al di fuori del nostro controllo? La risposta è semplice. Dobbiamo prenderci cura di noi.
La nostra mente, le nostre emozioni, così come il nostro corpo, vanno nutrite. E, come abbiamo visto, il nutrimento per l’uomo non consiste esclusivamente nel soddisfacimento del bisogno. Abbiamo bisogno anche di altro. La nostra mente è come il cibo. Se si desidera mangiare in modo sano occorre dare considerazione a ciò che si mangia e al modo in cui lo si mangia. Allo stesso modo, se si desidera raggiungere un benessere psicologico soddisfacente è necessario avere consapevolezza di ciò che desideriamo e di ciò che temiamo. Le nostre emozioni, che spesso ci spingono ad alimentarci in modo frenetico e nervoso, sono lo specchio del rapporto con noi stessi. Un rapporto di cui bisogna prendersi cura se si vuole raggiungere una piacevole armonia. Come? Con i giusti strumenti, attraverso un opportuno training mentale che ci porti ad accrescere la consapevolezza di noi stessi e a migliorare la visione che abbiamo di noi. Solo così, coltivando la propria interiorità, si possono raccogliere frutti sani e nutrirsi con piacere. Riflettiamoci. L’EXPO 2015 ci sta salutando, ma l’”energia per la vita” è sempre alle porte. Cosa vogliamo portare sulla nostra tavola?
Una cosa è certa: se non volgiamo abbuffarci nervosamente dobbiamo nutrire anche la nostra mente!
Dott. Paolo Caselli – lo psicologo non convenzionale